La storia

  

 

La storia del territorio dove attualmente sorge Pomezia è antichissima, a dispetto della fondazione recente della città, inaugurata il 29 Ottobre 1939. Le sue origini affondano nel mito e si intrecciano, come avviene anche per le località di Ardea ed Anzio, con le vicende del troiano Enea, narrate dai poeti Omero e Virgilio. Lì dove storia e mito si confondono, si racconta infatti del principe Enea, esule di Troia, in viaggio con pochi compagni, incaricato dagli dei di fondare una nuova stirpe ed una nuova città: dall’unione tra Troiani e comunità locali, quelle dei Latini e dei Rutuli, doveva trarre origine la futura stirpe dei Romani. L’arrivo dei Troiani corrisponde ben presto, dopo inevitabili e sanguinose battaglie, alla nascita di nuove città: Lavinium è la città dedicata a Lavinia, figlia del re Latino, nuova sposa di Enea, mentre Ascanio, giovane figlio di Enea, figura come mitico fondatore della città di Alba Longa, dalla cui discendenza sarebbero venuti Romolo e Remo, legati alla storia della fondazione di Roma.

Secondo gli storici antichi lo sbarco di Enea avvenne alle foci del fiume Numico, comunemente identificate con l’attuale fosso di Pratica di mare, ove sono stati rinvenuti reperti archeologici che avvalorano tale ipotesi. Gli scavi archeologici hanno infatti rintracciato nei pressi del Borgo, accanto ad un sacrario dedicato al 'Sol Indiges', dio Sole progenitore di tutte le cose, l'Heeron di Enea (databile al VII secolo a.C.), probabile monumento funebre in onore del fondatore, ed anche tracce del Santuario federale della Lega Latina, o tempio delle 13 are, del Foro, delle Terme, dell’antica necropoli e di un villaggio preistorico. La città di Lavinium ricoprì, per il suo valore mitico e religioso, un ruolo importante nella storia dell’antica Roma, anche come sede del tempio in cui venivano custoditi i Penati di Troia, gli dei antenati protettori del casato di Enea, e l'originale del
mitico Palladio, la statua di Minerva caduta dal cielo; proprio in quel tempio i supremi magistrati di Roma, prima di assumere la carica di Console, dovevano recarsi per compiere sacrifici propiziatori.
Con la decadenza dell’Impero romano, anche la città decadde: mentre trasformazioni idrogeologiche determinavano il formarsi di paludi e la peste e la malaria imperversavano,
Lavinium subì un massiccio spopolamento e si ridusse ad un piccolo insediamento, noto come "Civitas Patrica", la città dei padri, stessa sorte che subì la vicina Ardea. Nel 745 l'imperatore di Bisanzio donò al papa il territorio compreso tra Decima a Fossignano, incluse le attuali Pomezia ed Ardea, e, col nuovo nome di Castrum Patrica, esso passò sotto la giurisdizione dei monaci dell'abbazia di San Paolo. Nei secoli successivi casati signorili e clero si scontrarono ferocemente per il possesso di quei territori e la zona subì continui cambi di padrone: non era facile uscire da quel generale stato di crisi e nel XVII secolo neppure l'intervento dei nuovi potenti proprietari, i Borghese, e il loro tentativo di insediare coloni, riuscirono a restituire vitalità alla zona.

Solo nel XX secolo, con l’avvio della bonifica dell'agro pontino, durante il ventennio fascista, la zona venne definitivamente sottratta all'abbandono e alla malaria e colonizzata da nuovi abitanti - provenienti per la maggior parte dal Veneto, dal Friuli e dalla Romagna - cui l'Opera Nazionale Combattenti assegnava i poderi appena realizzati (composti da casolare e un appezzamento di terreno). Pomezia nasce, così, con la posa della prima pietra, il 25 aprile 1938, includendo anche il territorio che attualmente appartiene al comune di Ardea. Le successive vicende sono quelle della seconda guerra mondiale e del dopoguerra. Pomezia con l’intervento della 'Cassa per il Mezzogiorno' perde la sua vocazione rurale e diventa un comune industriale. Provenienti da tutta Italia, nuove famiglie e nuovi singoli si insediano nel territorio, mentre nei primi anni ’70 la
frazione di Ardea si rende autonoma da Pomezia, diventando comune a sé. Negli anni '80 la città vive una profonda e grave crisi industriale ed occupazionale: la zona di Pomezia è interessata da un drammatico processo dideindustrializzazione, che porta alla chiusura di numerose piccole e medie imprese e al ridimensionamento di alcune delle grandi presenti sul territorio. L'apertura di numerosi centri commerciali accompagna il passaggio da un’economia di settore industriale al terziario. La costruzione di abitazioni, intensificatasi nella seconda metà degli anni '90, ha presentato sempre più Pomezia come centro satellite di Roma, aggravando però una serie di problemi infrastrutturali, legati anche all'insufficiente rete di trasporto.